mercoledì 19 gennaio 2011

Almeno Le Porte Restano Aperte...

"L'Alprazolam è un ansiolitico della famiglia delle benzodiazepine, viene usato contro gli attacchi di panico e diversi disturbi da ansia. Ne attenua i sintomi (tachicardia, malessere, sudorazione), ma deve esserne evitato l'uso prolungato oltre le due settimane perché il farmaco induce dipendenza psicologica. Viene anche usato per curare i sintomi dell'agorafobia."

Come con le figurine: ce l'ho. ce l'ho. ce l'ho. mi manca.
Anzi no, non mi manca proprio. ce l'ho.
Ce l'ho ma con chi? Io vorrei proprio saperlo.
A me non piacciono le parole che finiscono in -am. è un suffisso che proprio mi provoca prurito cerebrale.
Sarà forse colpa di quelle persone che ho intimorito senza neanche respirare se ora sono io a trovarmi con il fiato corto?
O forse sarà per merito di chi, da egoista doc, accusa me di essere un po' troppo self-concerned?
E l'inutilità del corso di multimediale spagnolo p.v. di certo fa la sua parte.
Per non parlare della voglia di emergere, di farmi notare, di lasciare il segno, insomma, vedetela come volete.
Se poi questa voglia non è strettamente legata agli studi che da cinque anni a questa parte mi tolgono la vita... è un problema?
Sì però non ti mette il pane in tavola. "How can you know it if you don't even try?" Riflessioni sconnesse, parte prima. O forse sono tutte più connesse di quanto possa sembrare.
Sta di fatto che per il momento io e Alprazolam non abbiamo niente da spartire. Io per la mia strada, tu per la tua.

lunedì 17 gennaio 2011

Nebbia


Nebbia fitta di colpo assale

quel poco che di me rimane.

Copre me, la voglia di restare,

nutrendo la necessità di partire.

E seppur poco, mi lascia respirare,

fin quando la vita ricomincerà a fluire.

domenica 9 gennaio 2011

Una valigia

... come si fa a mettere tutto questo in una valigia? Come fai a rinchiudere un mese di puro e sano divertimento con amici e famiglia dentro una scatola? Io penso seriamente, stavolta, di non poterci riuscire.
Domani, anzi, tra meno di dodici ore per l'esattezza, dovrò riabituarmi all'assenza di tre persone importantissime per me. E poco conta che almeno due di queste si troveranno comunque in Italia... siano cento o mille chilometri, il solo fatto di non averle intorno tutti i giorni e di non poter organizzare qualcosa semplicemente alzando la cornetta, mi farà star male.
Questo perché arriva un punto in cui i tuoi amici diventano la tua famiglia... e vorresti che fossero sempre con te, in ogni momento, per condividere tutto quello che succede. E non via telefono, chat o qualsivoglia mezzo di comunicazione a distanza.
E invece, tra meno di dodici ore msn, facebook, skype e last but not least, la noi wind sms, diventeranno le uniche armi di difesa contro la solitudine cosmica che -con ogni probabilità- mi assalirà già nelle prossime ore.
Io resterò ancora qui per un po', a pensare... tanto di tempo ne avrò.
Forse verserò anche qualche lacrima, che tanto ormai, le mie sono un must.
E vorrei solo avere una valigia più grande. Per portare tutti con me.

This Is How I Feel It

XuNie-Blue

lunedì 3 gennaio 2011

Gente Che Non Spera

... mi fanno tristezza le persone che si accontentano. Quelle che si lasciano assorbire da una vita che non gli piace, o che li soddisfa poco, solo a causa della convinzione di non poter avere di più. Quelli che si rinchiudono in una relazione semplice e senza pretese, per paura di doversi scontrare con qualcosa di più complicato, ma molto migliore. Queste riflessioni le faccio in un momento in cui, vicino a me, vedo una persona che si sta spegnendo, solo per sentirsi sicura di non essere abbandonata. E mi fa tristezza ripensare a quello che diceva di volere accanto... perché è l'esatto contrario di ciò che ha scelto... e l'unica spiegazione che so dare a questo avvenimento è che abbia paura di mettersi di fronte a una storia -forse- più complessa e affrontarla.
E non è certo la prima volta che mi capita di accorgermi di atteggiamenti di questo tipo da parte di persone che mi circondano. La cosa mi fa arrabbiare, perché sto citando di nuovo nel mio blog una persona che non merita neanche un millesimo delle mie attenzioni, ma LEI è stata di certo la prima a farmi riflettere su questo argomento. Al liceo eravamo studentesse promettenti, sognavamo l'università, la carriera, poi -forse un giorno- una famiglia e serate insieme, vacanze insieme... niente di tutto questo si è realizzato, perché lei ha deciso di impacchettare i suoi sogni e progetti, riponendoli nel punto più irraggiungibile dell'armadio, solo per stare con chi le tarpa le ali.
Questo putroppo, a mio avviso, non capita solo nella sfera sentimentale. Ricordo di aver sentito qualche anno fa, una compagna di corso che parlava dei suoi obiettivi futuri. Non ne aveva. Nonostante frequentassimo la migliore facoltà d'Italia per quanto riguarda il nostro ambito, lei non aveva alcun obiettivo da raggiungere. Le sarebbe bastato un lavoretto qualsiasi. La prospettiva mi fece rabbrividire. Dopo tutta la fatica, i sacrifici, le notti insonni, gli esami uno dietro l'altro e le crisi esistenziali che la facoltà ci aveva causato... lei non aveva alcun obiettivo da raggiungere.
Io spero di non arrendermi mai tanto facilmente. Perché anche se può sembrare una frase fatta, penso che nel momento in cui deciderò di smettere di provare, vorrà dire che mi sto spegnendo. Dopo essere arrivata fin qui con le mie forze, mirerò sempre al meglio. C'è chi ha investito per me e per i miei obiettivi e penso di dovere anche a loro la soddisfazione di vedermi provare, perché so di poter arrivare lontano. Ma soprattutto perché non vorrei mai nella mia vita guardare indietro e avere il rimpianto di non averci provato.
This Is How I See It...
Xu