sabato 11 febbraio 2012

Sei bravissima! Scrivi benissimo!


Dear friends,

ormai il blog sta diventando il mio piccolo angolo per gli sfoghi.

Eh già... stavolta mi sfogo su una questione a me tanto cara: la grammatica. Anzi, non solo. Questo post riguarda anche la scrittura.
Come ben saprete, da quasi un mese sono entrata a far parte della redazione di Total Free Magazine su Facebook (like us!) e mi occupo della sezione spettacolo. Scrivere per un giornale mi sta portando a riflettere molto su questioni di scrittura e leggibilità.

Sarà per il tipo di studi che ho fatto, ma quando mi trovo davanti a un testo, io non vedo solo parole. Io vedo una complessa trama fatta di tanti elementi. Solo che scrivere è un po' come fare un maglione: se salti un punto, il maglione viene fuori col buco. E credo che nessuno vorrebbe un maglione col buco, no?
Mi spiego meglio: capita sempre più spesso di vedere in giro per il web articoli di dubbia qualità che vengono giudicati dai più come "ottimi". Ma io mi chiedo dall'alto di cosa queste persone diano questi giudizi. Sei forse un linguista? No. Un letterato? No. Certo, la cosa importante è che gli articoli piacciano, ma io non riesco a farmi piacere un articolo scritto male. Non riesco a leggere un articolo pieno zeppo di paroloni che alla fine non significano niente e frasi di 5-6 righe senza un punto o una virgola. Non riesco a sopportare i congiuntivi alla Fantozzi. E soprattutto se vedo scritto "ad i consumatori" non mi viene da dire "ma dai che brava! scrivi benissimo" ... piuttosto mi viene da dire "torna in terza elementare che lì te le spiegano queste cose". Non riesco a sopportare che queste persone non abbiano nemmeno l'umiltà di rileggere quello che scrivono, prima di consegnare.

Lo so, sono acida e puntigliosa, ma sono fatta così. Ho speso cinque anni della mia vita a studiare come si scrive e come si analizza un testo e non riesco a sopportare che gente incapace di farlo venga lodata per un lavoro obiettivamente scadente.

Non è solo l'argomento che fa l'articolo. Sono anche le abilità di chi lo scrive.

This Is How I See It.

X.

domenica 5 febbraio 2012

Neolaureata Senza Esperienza


Cari lettori,

stasera non ho nulla di particolare da dirvi. O meglio, quello che vi dirò potrà risultare estremamente banale, ma è l'unica cosa che mi passa per la testa in questo periodo. E quale posto potrebbe essere più azzeccato di questo per sfogarmi?

Vado subito al sodo: sto cercando lavoro. E come ogni persona che cerca lavoro di questi tempi, ho difficoltà a trovarlo. Il problema però non riguarda me. Non sono io a fare la difficile o ad essere schizzinosa. È solo che dopo cinque anni passati a studiare una cosa che mi piace, non vedo il modo di farne uso.

Offerte di lavoro ce ne sono. Se avessi studiato Ingegneria o se sapessi portare i piatti e battere gli scontrini. Sia chiaro che non voglio offendere nessuno. Non avrei nessun problema a fare la commessa, anzi, in questo momento particolarmente stressante lo preferirei, ma non mi sembra il percorso più naturale dopo essermi spaccata la schiena per cinque anni con traduzioni/interpretazioni/revisioni y cosas por el estilo...

La cosa più frustrante in ogni caso è che in quei pochi annunci per traduttori che si trovano in giro, c'è sempre, SEMPRE quella frase che blocca le porte a noi neolaureati: "esperienza minima: 2 anni". Ne ho visti alcuni che ne vogliono addirittura cinque. E a quel punto mi sono chiesta... ma se nessuno è disposto ad assumermi senza esperienza, come faccio io a maturarla? Mi viene da pensare a una commessa... che inizia a lavorare in un negozietto di abbigliamento giovanile e poi magari grazie all'esperienza potrà puntare a trasferirsi in un negozio d'alta moda. Mi viene in mente questo. Ma a quanto pare nell'ambito della traduzione la scala gerarchica non esiste e per entrare si deve già essere in possesso di un'esperienza stratosferica maturata chissà dove.

And that is frustrating.

This Is How I See It
X.