venerdì 8 ottobre 2010

8.10.2009

... è già passato un anno.
L'ultima volta che ti ho parlato. Avevi 21 anni, ora ne hai uno in più.
Per la prima volta non ti parlerò, oggi.
Ma questo l'hai voluto tu. Hai deciso così. Hai preferito buttare me giù dalla torre e io l'ho accettato. Mi manchi. Ma non come sei adesso. Mi manca com'eri, com'eravamo. Mi manca quello che avevamo e che non c'è più.
Quante volte ho provato a rimettere in piedi il castello di carte, quante volte ho cercato di ricucire lo strappo? Tante, troppe.
Volevo rivedere le stesse scene che ho impresse nella mente. Ingenuamente ho creduto di poterle recuperare. Di potermi riprendere te, le tue parole e l'eco della tua risata.
Tutto questo mi è mancato. Mi è mancata la terra sotto i piedi quando te ne sei andata.
Le serate che ho passato pensando a te, a noi, non me le dimentico. E il dolore non si può cancellare tutto d'un colpo.
Ma proprio per questo, perché oggi mi manca qualcosa, ti dico

BUON COMPLEANNO AMICA MIA

anche se hai deciso così, anche se non mi sentirai. Spero che tu sia felice.

lunedì 4 ottobre 2010

...

Certe sere sono strane. Come questa.
Io mi sento felice.
A casa mia c'è gente che piange. Più in là c'è un cuore che si spezza. Succede qualcosa dalla quale non si può tornare indietro e per la quale nessuno può essere incolpato. Succede e basta. E non c'è nessuno con cui prendersela. E io mi sento in colpa per il fatto di essere felice.
Io posso aprire gli occhi, chiuderli e scegliere quando aprirli di nuovo. Io posso provare un'emozione. Posso correre, saltare, mangiare, dire, fare, baciare. Posso fare quello che voglio.
Io posso. Mentre qualcuno all'improvviso non può più.
E così sia.

sabato 25 settembre 2010

Sentimento Pentimento


Questa mattina sono andata a tagliarmi i capelli. Le donne si tagliano i capelli quando hanno bisogno di un cambiamento. O almeno così dicono. Per quanto mi riguarda, è una mezza verità.


Comunque, mentre ero in fila, un articolo sul giornale ha catturato la mia attenzione e così ho deciso di leggerlo, si intitolava "Le 6 emozioni e i 4 sentimenti fondamentali della vita". Filosofi e scrittori disutevano su quali fossero le emozioni e i sentimenti che in un modo o nell'altro condizionano la nostra vita. Uno psichiatra scriveva che la rabbia è un'emozione fondamentale perché è primitiva. Cioè si esprime nell'uomo, come negli animali, con modalità che non sembrano essere legate all'apprendimento, all'ambiente, alla cultura. Anzi, è proprio la cultura che tende a penalizzarla, spingendo l'individuo ad imparare a controllarla e reprimerla per adattarsi all'ambiente.


Insomma, la rabbia è forse l'emozione più potente che noi esseri umani riusciamo a provare in determinati momenti della vita e tendiamo a ricacciarla indietro. Ma perché? Che senso ha nasconderci dietro a qualcosa che non siamo? Negli ultimi due anni sono stati parecchi i momenti di rabbia coi quali ho dovuto combattere, ma mentre cercavo un modo per nasconderla, mi sono resa conto che, in realtà, la cosa migliore era tirarla fuori. Perché, quando sono arrabbiata, in me succede qualcosa di strano che però mi porta a creare, a scrivere, a realizzare qualcosa. E allora perché dovrei reprimere l'emozione che mi dà più carica in assoluto?


Con questo non voglio affermare che sia bello vivere in una costante situazione di rabbia, ma soltanto che, a mio parere, è possibile trarne vantaggio. Perché se purtroppo il presente non ci consente di vivere attraverso un altro tipo di emozione o sentimento, dobbiamo trovare un modo di beneficiare di quello che abbiamo. E io lo faccio così, scrivendo, creando, inventando. In attesa del giorno in cui un sentimento sovrasterà la rabbia, facendomi scoprire un nuovo tipo di ispirazione. E forse, allora, non avrò bisogno di un parrucchiere.


This Is How I See It.


XuNie

martedì 21 settembre 2010

una notte di metà settembre...

Questa sera, mentre girovagavo senza meta tra blog di amici, conoscenti e sconosciuti, mi sono ricordata di dover resuscitare il mio. Ultimamente ho avuto moltissimi pensieri per la testa, ma neppure un momento per buttarli giù. Perché in fondo questo blog è nato per questo, per permettermi di tirar fuori dalla mia testa tutto quello che mi va di condividere col mondo. Lo leggeranno? Passerà inosservato? Mi importa poco... io sento di voler dire queste cose e lo faccio con le mie parole. Potranno non piacere, apparire scontate o smielate, ma è quello che sento nel momento in cui scrivo.
Dunque, torniamo a noi. Sono a casa da sola da due giorni e questo mi ha dato molto tempo per riflettere. Ho pensato che nella mia vita ci sono state parecchie persone che reputavo importanti, ma che alla fine per un motivo o per un'altro sono sparite senza lasciare traccia, come un flash. E questo fa male perché io tendo a dare tutto di me per un'amicizia ed è doloroso vedere come qualcuno nel quale riponevi molte speranze sia capace di uscire dalla tua vita con la stessa velocità con la quale vi era entrato.
Però poi fortunatamente ci sono quelle persone che non ti aspetteresti mai di conoscere. Quelle che la vita ti mette davanti perché alla biglietteria del treno ti hanno sbagliato la prenotazione o perché un inaspettato picchetto militare ti ha sconvolto i piani. Oppure quelle alle quali non daresti chance. E poi ti sorprendono, scopri cose che non avresti mai immaginato. Queste persone sono capaci di lasciare un segno del loro passaggio. Entrano nella tua vita per puro caso e ti fanno provare dei momenti di felicità pura. Perché questo è quello che sento io quando sto bene con la gente che mi circonda. Quando bastano una chitarra e quattro chiacchiere per dimenticarsi di tutto quello che gira male.
E quando ritrovi la voglia di scrivere ti rendi conto che forse veramente qualcosa è successo. E pensi che sia un bene, che quelle cose che a prima vista non noti, vengano a galla piano piano, per farti sorridere, pensando che "oltre le nubi il sereno c'è".

This Is How I See It...

XuNie

martedì 3 agosto 2010

Madrid se queda



Avete anche voi nell'armadio un paio di pantaloni che avrete messo sì e no tre volte nella vostra vita? Nel mio caso si tratta di un paio di pantaloncini estivi verdi e li ho indossati la settimana scorsa per la terza volta da quando li ho comprati.

Forse potrà sembrare stupido, ma io credo nel destino. E il destino ha voluto che io notassi che c'era qualcosa nella tasca sinistra, che aveva una specie di doppio fondo.

Beh il misterioso oggettino altro non era che un biglietto per entrare gratis in una discoteca di Madrid. Inutile dire che nello stesso istante in cui l'ho visto, mi è tornata in mente Madrid ed è tornata a galla la nostalgia che appare ogni volta che la sento solo nominare. E sono giunta a conclusione che questa cosa non mi abbandonerà mai, Madrid se queda.

Madrid se queda y con ella todos los recuerdos. Col tempo ho capito che questa è una cosa che non posso sconfiggere. Sta lì e salta fuori quando meno me lo aspetto, attraverso un minuscolo dettaglio come può essere il bigliettino quadrato di una discoteca qualsiasi.

E forse questo altro non è che un richiamo, forse è giunto il momento di tornare. Non voglio più aspettare.

This is how I see it...

XuNie

sabato 24 luglio 2010

Come La Vedo Io...

XuNie is back!
Dopo qualche giorno di riflessione sono giunta alla conclusione di volere di nuovo un blog. Credo che dal titolo siano facilmente intuibili le mie intenzioni.
Questa mattina sono andata all'Associazione Donatori di Sangue della mia città e a causa dell'enooooorme fila che ho trovato ho avuto un bel po' di tempo per pensare.
In realtà tutto è iniziato ieri, quando mi hanno telefonato dicendo che erano in emergenza e serviva sangue del mio gruppo. Mi sono sentita una specie di verme perché sono due mesi che devo andare e non ho mai trovato tempo. Quando so benissimo che c'è gente che ne ha bisogno. Presa da questo senso di colpa ho deciso di rimediare alla latitanza questa mattina; mi sono svegliata prestissimo e senza mangiare NULLA sono andata al centro trasfusioni con le migliori intenzioni. Questo mi ha fatto riflettere sul fatto che qualche volta basta una telefonata per scuotere gli animi. In fin dei conti io cosa stavo aspettando? Nulla. Cosa avevo di meglio da fare? Nulla. Eppure me ne stavo a casa, a perder tempo su Facebook, Tuenti, Youtube, alla ricerca di qualche svogliato come me che non avesse nulla da fare.
E invece bastava solo una telefonata. E mi chiedo per quante persone sia stato lo stesso.
Quello che mi fa pensare poi, è che durante e dopo la donazione, mi capita di provare un senso di pace, o di euforia, probabilmente data dal fatto che mi sento utile per qualcuno. E allora perché non ci vado appena scattano i sei mesi obbligatori? Perché ho avuto bisogno della telefonata? Probabilmente a molte persone capita la stessa cosa e questo non fa che aumentare la disperazione dei centri trasfusionali che ogni giorno vivono una situazione di emergenza peggiore.
C'è chi le donazioni le fa per devozione, chi per noia, chi per soldi, chi per la giornata libera a lavoro, ma questo non è importante. Quello che realmente conta è che, giorno dopo giorno, le persone disposte a soffrire quei 2 minuti ogni sei mesi aumentino sempre.
A questo proposito, non so a quanto possa servire, ma consiglio a tutti di farsi un giro sulla pagina della Fidas; www.fidasteramo.it per consultare gli orari di apertura e magari fare i test di idoneità. In fin dei conti è un'ora del nostro tempo, che potrebbe rappresentare un grosso aiuto per qualcuno. Oggi non ho potuto donare e questo mi rende immensamente triste, ma è appunto per questo motivo che vi consiglio di provare quest'esperienza, perché davvero è capace di "donare" una sensazione di PURA gioia istantanea.
This is how I see it...
XuNie